mercoledì 11 giugno 2014


CERVINO  2015 
Le Guide Alpine al tempo dell' Unità d'Italia

Episodio 4 di 11 


  150 anni dalla conquista del Cervino

17 luglio 1865  " via italiana "


Jean Antoine  CARREL  " Bersagliere "
Jean Baptiste BICH  " Bardolet "


Jean Antoine CARREL
Jean Antoine CARREL
Jean Baptiste BICH
Jean Baptiste BICH 






Il  turismo della montagna, le Guide Alpine 
al tempo dell' Unità d'Italia, dal 1861 
nella Valle Tournenche



traduzione del testo dal francese  di André e Gian Mario NAVILLOD
scansione dell'originale " bullettino C.A.I. " Mario GRISO
revisione del testo italiano  Isabella ANDRUET

il testo scritto " normale " è riferito al testo riprodotto
il testo scritto " corsivo ", le foto e link sono personali.

... segue ...

TERZA TAPPA

Breil : ( de SAUSSURE  e tutti quelli che hanno percorso questa parte delle Alpi dopo di lui hanno scritto Breuil al posto di Breil ; è un errore. Gli abitanti di Valtournenche scrivono e pronunciano Breil. La scrittura deve accordarsi con la pronuncia ).


Horace Benedict de SAUSSURE
Horace Benedict de SAUSSURE 



Arrivato in fondo al pianoro del Savarey menzionato precedentemente, il viaggiatore è finalmente di fronte al Grande Cervino nella cui maestà si perde. Per ammirare la vasta conca del Breil può passare il ponte presso gli alpeggi di Avouil, fare qualche passo indietro sull'argine destro del torrente e salire su di un piccolo promontorio sotto la foresta. Ha sotto gli occhi questi alpeggi: vede alla sua sinistra i Maberges ( Maberge ) , il Planet , Coriore dominato da un promontorio sormontato da vecchie mura ed i resti di una vecchia torre. Vede poi il Crétaz, il Giomein, Falenère, la Vieille e Museroche. Non può  scorgere Bardorey (Bardoney) né la Barma (Barmaz ) che sono nascosti dietro il bosco a Nord-Est. In basso, vicino al torrente, vede una cappella sulla destra ed un gruppo di case a sinistra: è ciò che si chiama propriamente il Breil.

Se il viaggiatore alza il suo sguardo ammira la maestosa piramide del Monte Cervino che si slancia quai perpendicolare  sopra l'alpeggio del  Mont de l'Eura. A destra  vicino alla base si vede il colle della Forca dal quale si può passare per scendere a Hoernli, nel Vallese. Si vedono poi uno dopo l'altro il Furgen-Grat, il Théodulhorn , il colle del Teodulo, il Piccolo Cervino ed i primi mammelloni del Breithorn.

Il viaggiatore deve ammettere che la conca del Breil è magnifica. Ha la forma di un vasto anfiteatro . Alpeggi , vaste praterie, foreste, vecchie torri, cappelle, torrenti, cascate, ghiacciai, rumori di valanghe, crolli di grossi pezzi di ghiaccio che precipitano dai fianchi verticali del Monte Tabel e rotolano sulle morene. Ogni cosa piace, richiama l'attenzione e soddisfa il turista che ne partecipa e sa apprezzare.

Dopo questo colpo d'occhio rapido e queste prime impressioni il viaggiatore può arrivare in venti minuti all'albergo del Giomein


Hotel du Mont Cervin al Giomein
Hotel du Mont Cervin al Giomein 


Passando al Breil il turista colto non potrà esimersi dal visitare la camera dove de SAUSSURE ha alloggiato per cinque notti nell'agosto del 1792. Questa camera il legno che ha rischiato, qualche anno fa, di cadere sotto il martello di un moderno livellatore , è ancora in piedi, e anche se questo scienziato l'ha chiamata piccola e povera camera senza letto e senza finestra di fianco ad una cucina senza camino ( Voyages dans les Alpes, tomo 4, pag 408 ), merita di essere conservata. Appartiene ora a Jean-André Herin  figlio di Jean-Baptiste di un altro Jean-Baptiste che de SAUSSURE aveva definito il suo buon ospite. Costui l'aveva accompagnato sul Piccolo Cervino (ibid, pag. 420). Ho motivo di credere che il nipote non la lascerà crollare. Suo padre, deceduto l'anno 1866 all'età di 89 anni, mi aveva detto, alcuni anni or sono, che si ricordava ancora del viso di de SAUSSURE e delle provviste di cui era fornito.

L'altezza della cappella del Breil è di 2012 m e quella del Giomein di 2114 m.

L'albergo del Giomein è in una gradevole posizione. E' esposto in pieno Sud sopra un'ampia prateria. E' un posto ideale per il botanico, per il geologo e per l'appassionato di mineralogia che volessero esplorare nel dettaglio i dintorni.

I viaggiatori non hanno tutti gli stessi gusti né lo stesso tempo a disposizione. Alcuni passano rapidamente. Pare che non abbiano altro scopo che quello di poter dire in un salotto, durante le lunghe serate invernali: " Ho visto tal posto; sono stato lì ". Ecco la loro scienza. Altri più sensati viaggiano anche per vedere,ma principalmente per imparare, come facevano il celebre de SAUSSURE e numerosi altri dotti che hanno continuato la sua opera. Costoro si fermano nei diversi luoghi che visitano e non li lasciano se non dopo aver percorso tutti i dintorni ed esaminato nel dettaglio tutte le curiosità che vi trovano.


Il viaggiatore trova al Giomein un bel sito ed un buon albergo. Le passeggiate, le gite, e le interessanti ascensioni alle cime circostanti possono occuparlo piacevolmente per almeno due settimane. Vado ad indicrne alcune, dopo aver detto due parole sull'albergo.

L'Hotel du Mont-Cervin al Giomein è pulito e confortevole non credo di sbagliare assicurando che migliorerà sempre e si svilupperà ancor di più. Il Signor Conte Christin D'Entrevés, che ne è divenuto proprietario con atto del 2 ottobre 1866 , può farne uno stabilimento che non lascerà nulla a desiderare al confronto degli alberghi di Courmayeur , di Chamonix e di Zermatt.

Questo albergo ha cambiato maitre da due anni. E' ora diretto da Geneviéve Gorret nata Vallet.

Non credo vi sia una tariffa precisa per la pensione del viaggiatore. Si pagava quest'anno ( 1867 ):

           Per la camera franchi ..................................................................................2,50
           Per il pranzo ..............................................................................da 1 a 2 franchi
           Per la cena da .................................................................................3 a 4 franchi
           Per il servizio e la candela .................................................................... 1 franco

I viaggiatori che vi soggiornavano per qualche tempo prendevano accordi con l'albergatrice.

Le guide pagano 1 franco per l'alloggio ( letto e cena ) e la colazione . Avrebbero torto a lamentarsi.  

Si dice che vi siano, non so in quale paese, degli alberghi dove le guide non pagano. Confesso ingenuamente che non vorrei alloggiare in quegli alberghi. Mi ricordo cosa disse un viaggiatore, un sempliciotto: " non so come!" Disse contando e strascicando le parole, " la mia guida mangia molto e paga poco, ed io mangio poco e pago tanto". Non aveva che da consultare il suo conto per sapere il perché.

Sono circostanze simili che verosimilmente hanno fatto aprire gli occhi ai viaggiatori: vogliono conoscere le tariffe dell'albergo prima di entrarvi.

Negli alberghi dove l'afflusso dei viaggiatori é considerevole, i maitre d'hotel fanno grandi scorte e sono sicuri di finirle. Possono così presentate delle tariffe fisse. Ma nei luoghi isolati come Valtournenche , non osano esporsi a grandi spese; fissano onestamente il conto su ciò che possono offrire.

Del resto, che  il viaggiatore si rassicuri; non è nell'albergo della Gorret, né in quello dei Pession, che gli verrà proposto un conto esoso. L'Hotel du Mont Cervin al Giomein e quello del Mont Rose a Paquier sono ora ben conosciuti . Che mi sia permesso di citare qui il giudizio che ne hanno dato due inglesi, Michael Foster Ward e Ralph W. Caldwel: al Breil abbiamo trovato l'Hotel du Mont-Cervin estremamente pulito e confortevole, il proprietario educato e cortese, i prezzi modici .. Non si può che raccomandare assai l' Hotel du Mont-Rose a Valtournenche, tenuto da uno dei Pession; anche se un pò piccolo, è molto pulito e ben tenuto, il proprietario gentile ed educatissimo, i prezzi molto bassi. Il nostro conto non è neppure arrivato a 8 franchi a testa, vitto, camera, vino, servizio, tutto compreso ( Bollettino C.A.I.  nr. 7 pag. 56 ) 


Col.Michael Foster Ward b.12.03.1826 d.13.09.1915
di Ogbourne St Andrew in Wiltshire


Ogbourne St. Andrew in Wilshire


I viaggiatori devono sapere che i prezzi sono in rapporto diretto con l'altitudine, le distanze e l'isolamento. Le principali derrate che sono consumate negli alberghi provengono dai mercati che si tengono in pianura dove si concentra la popolazione ed i trasporti costano assai a causa della grande distanza e sopratutto del cattivo stato delle strade. Così i prezzi devono essere proporzionalmente più alti al Colle del Teodulo e al Breil che a Paquier e a Chatillon , D'altra parte, gli alberghi in pianura lavorano tutto l'anno , ma in montagna , a più di duemila metri sul livello del mare , sono aperti solo tre o quattro mesi l'anno.


ESCURSIONI . Il Breil , come Paquier  e Chatillon, è il punto di partenza di diverse gite interessanti e passeggiate per ogni tipo di viaggiatore e soprattutto per coloro che vorranno soggiornarvi qualche giorno ed aspettare il bel tempo per fare l'ascensione al Monte Cervino . Vado a citarne alcune.

Motta de Plété:






Questo promontorio è situato a sud-est del Giomein, all'estremità inferiore di una lunga cresta che comincia alla Grand Cemetta, vicino al Colle Superiore delle Cime Bianche.

La si può raggiungere in due ore passando dalla Barma ( Barmaz ). Facendo qualche riparazione al sentiero i muli potrebbero arrivare fino alla cima, come ho già segnalato precedentemente.  

E' un bel sito di fronte al Monte Cervino. Sarebbe un posto adatto per costruirvi un piccolo padiglione. ( un piccolo padiglione è stato in seguito costruito sotto la vetta della Motta di Plété occidentale a  2835 metri di quota.

Cascata dei Cors:

Questa cascata è posta a qualche chilometro a Sud-Est del Giomein. La si vede molto bene dall'albergo; anche se non è molto alta ( 20 metri circa ) la sua lama d'acqua è bella ed è cosi distante dalla roccia che il viaggiatore può liberamente passeggiare tra la cascata e la parete della montagna che è molto strapiombante. Luc e Augustin Meynet , proprietari del terreno circostante mi hanno promesso di spianarlo. Potrebbero anche costruirvi un ampio salone campestre con qualche albero. I viaggiatori s'affretterebbero per venire a vederlo e per frequentarlo.

Per non tornare all'albergo dalla stessa strada,  il turista può prolungare la sua passeggiata risalendo il corso d'acqua fino alla sorgente, vedere il ghiacciaio rimodellato del Chiareglion (Cherillon ) e scendere dalla morena laterale sinistra sopra le rovine di Chateau.

Ho fatto questa gita il 25 agosto 1867. Pensavo di passare facilmente dai pascolisuperiori del Breil a quelli del Planet attraversando il ghiacciaio che scendeva circa 45 anni fa fin nei pressi dello Chateau, ma al posto del mare di ghiaccio  che vi era una volta ho trovato una valle molto profonda con due morene laterali molto elevate e molto aguzze, inclinate di almeno 60 gradi e non di 35 come sono solitamente . Ho vergogna di confessarlo, conoscevo questo ghiacciaio come il palmo della mia mano e mi ci sono letteralmente perso, quanto è vero che i ghiacciai sono diminuiti considerevolmente da allora.

 Grand' Cemetta: 

Questa graziosa cima è sulla stessa cresta della Motta di Plété, ma sorge più a levante ed è molto più alta (3230 m ). Il panorama dalla cima è vastissimo. si vedono bene il Monte Bianco, la cima di Luseney, la Dent-de-Rond, la Dent-Blanche, i Mischabels ( gruppo montuoso svizzero posto tra la valle di  Zermatt e la vlle di Saas-Fee ), il Breithorn , la Tete-Grise ( Testa Grigia ), la Roizetta e il Grand-Tournalin. Si distingue anche in lontananza il Mont-Viso ( Monviso ) e le magnifiche cime delle Alpi Graie.

Questa cima è proprio di fronte al Monte Cervino che si erge maestoso tra la Dent-Blanche ed il Rothorn ol'Ober-Gabelhorn a levante. Queste due cime appaiono sopra i colli del Leone e della orca. I viaggiatori che faranno l'ascensione della Grand' Cemetta saranno assai soddisfatti della loro gita. Dal Giomein vi si può arrivare in tre ore.

La Grand' Cemetta domina a mezzodì il Colle delle Cime Bianche  ( 2911 m ) attraverso il quale si passa per andare da Valtournenche ad Ayas. Essa domina infine gli immensi ghiacciai che si estendono ai piedi del Breithorn da questo colle fino a quello del Teodulo.

E' un passaggio molto frequentato dai viaggiatori che si recano da Ayas e da  Gressoney in Vallese attraverso i ghiacciai del Teodulo.

Fu ad un solo chilometro da questo colle perì in un profondo crepaccio Francois-Léon Welf, sindaco di Gressoney-la-Trinité, il 2 settembre 1852, alle 8 di sera. Tutto quanto si fece allora per trarlo dall'abisso fu inutile. Il ghiacciaio custodì la sua vittima.

Il 24 agosto 1867 Jean-Pierre Fosson, proprietario dell'Hotel de Fiéres , conduceva dei viaggiatori in Vallese. Vide un punto nero insolito sul ghiacciaio, sentì l'urgenza di andare a vedere cosa fosse. Riconobbe subito i resti mortali dello sfortunato. 

Nicolas Bieler che l'accompagnava il 2 settembre 1852, i suoi figli, la moglie di Welf ed i numerosi amici lo hanno perfettamente riconosciuto dalla barba e dall'abito. Sono stati trovati anche il suo cannocchiale, il suo orologio, la sua borsa, il suo ombrello e la lanterna che aveva in mano quando scomparve. Sua moglie ha anche riconosciuto un paio di calze che gli aveva messo in tasca il giorno dell partenza.

Mi sono procurato alcuni dettagli sulle circostanze relative alla caduta ed al suo ritrovamento con l'intenzione di trarne degli inegnamenti geologici. Ma non ho raccolto nulla di soddifacente.  La Feuille d'Annonces d'Aoste il 30 settembre 1852, n° 18, aveva pubblicato un articolo dell' Eco della Baltea Dora, riprodotto anche dalla Gazzetta Piemontese del 18 dello stesso mese. Vi si legge tra le altre cose che sedici uomini portati sul posto dal Barone PECCO aveva cercato nel crepaccio fino alla profondità di 224 metri!? Alcune guide di Valtournenche che conoscono perfettamente il ghiacciaio mi assicurano che ciò è impossibile. Non può esserci una tale profondità, eccetera.

Credevo che si fossero trovati i resti di Welf sulla morena frontale ma Pierre FOSSON, al quale mi ero rivolto per avere delle informazioni più precise, mi ha detto che erano sul ghiacciaio stesso , circa 20 metri a valle del luogo dove era caduto, presso un promontorio , sul ghiaccio, tra due piccoli crepacci che si stringevano, 700 metri a monte della morena frontale. La parte del corpo che era ancora all'interno del ghiaccio aveva conservato le carni, ma le parti esposte agli agenti atmosferici erano scarnificate e ridotte allo scheletro. In qualche giorno questo cadavere ha subito un grande cambiamento. Quando lo si è toccato, le ossa si sono disarticolate; erano coperte da una specie di grasso giallastro, sopratutto nelle scarpe.

Tali sono le informazioni che ho potuto procurarmi. Ci si sarebbe dovuti trovare sul luogo stesso al momento della scoperta per poterne trarre qualche insegnamento.

Per perpetuare il ricordo di questa morte accidentale e tragica, propongo di chiamare questo mare di ghiaccio che si stende a Nord del Colle Superiore delle Cime Bianche fino alla bae dei mammelloni inferiori del Breithorn, Ghiacciaio Welf. Sarà una lezione di prudenza per i viaggiatori che passeranno di là.

Cima del Pancherot : E' la stessa cima di cui ho già scritto precedentemente, ma dal Giomein vi si può arrivare facilmente in tre ore, seguendo una leggera salita, paando per gli alti pascoli del Créton, di Lévenére ( Eve Nère ), del Greuglion ( Le Grillon ), della Seuriola, e dal Colle del Dza.

Colle dell Forca: Questo passaggio è situato presso il Monte Cervino sul lato di levante. Vi si arriva facilmente da una morena frontale, da un piccolo ghiacciaio ed un nevaio. Vi si gode d'una magnifica vista verso Nord, Vi si può salire in tre ore.

Chateau des Dames:  Da Paquier occorrono quasi sei ore per questa ascensione, ma dal Giomein vi si può arrivare in cinque ore passando da Vofréde. Si attraversa il ghiacciaio ad una certa altezza e si termina l'ascensione tenendosi a sinistra trai il ghiacciaio e la cresta del Mont du Créton.

Laghi della Barma e Cime Bianche : Una delle più interessanti gite che si possano fare dal Giomein è quella che ha fatto de SAUSSURE il 16 agosto 1972 ( Voyages dans les Alpes, tomo 4 , pagina 445 ).

Si passa dagli alpeggi della Barma, del Goillet, dai laghi situati verso Nord-Est e si sale senza troppa fatica e senza pericolo fino a quando si arriva al colle situato tra la Grand' Cemetta ed i mammelloni ai piedi dei ghiacciai che scendono dal Breithorn e dal Piccolo Cervino.

Si può in seguito scendere nella Valle d' Ayas fino all'albergo di Jean-Pierre FOSSON, a Fières, e poi tornare per l'altro colle delle Cime Bianche che si trova a Sud della Grand' Cemetta.

Questa passeggiata è interessante per diverse ragioni. De SAUSSURE vi ha raccolto delle sageniti cristallizzate e della Delfinite grigia, la Petrocallis pyrenaica e l'Aretia vitaliana, per non menzionare altre piante.

L'etimologia di Cime Bianche deeriva verosimilmente dl colore della roccia che compone la cresta delle montagne che separa gli alti pascoli di Valtournenche e di Ayas della Roizetta fino alla Grand' Cemetta; sono delle masse enormi di calcare piùo meno bianco;

Ghiacciaio del Mont-Tabel e del Monte Cervino: Dallo Chateau des  Dames fino al Monte Cervino, vi è una  lunga catena di montagne composte da rocce primitive, secondo alcuni geologi. Questa cresta è molto accidentta. La Dent d'Erin o de Rond ( Dent d'Herens ) ne occupa quasi il centro.


  A Nord di questa vi è un vasto circo il cui centro è un grande ghiacciaio che scarica continuamente i suoi seracchi verso il fondovalle, è il ghiacciaio del Mont-Tabel. E' interessante guardare ed esaminare bene le rocce che traporta. La gente del posto pensa che queste rocce contengano l'oro. Chi ha provato a sfruttarle non è diventato per nulla ricco.

Dopo aver visto questi detriti il viaggiatore potrebbe in seguito dirigersi verso Nord fino ai piedi del Monte Cervino, dove trova un altro piccolo ghiacciaio e ritornare infine all'albergo dal sentiero dell'alpeggio del Mont de l'Eura;

Dent de Rond o d'Erin ( Dent d'Herens ): fino ad ora si è salito questo magnifico Dente dalla parte di Bionaz. Alcune guide di Valtournenche pensano che sia anche accessibile dalla parte di Valtournenche da un canalone e da una cresta rocciosa in cima al Mont de Guin. E' una gita da tentare ed il primo viaggiatore che farà questa acenione ne proverà sicuramente una viva soddisfazione.

Dent d'Herens
Les Dent d'Herens


Prima di procedere oltre, mi si permetta una corta disgressione. Hi dei notevoli miglioramentio percorso quest'anno la maggior parte degli alpeggi di Valtournenche che conoscevo da oltre 50 anni. Ho constatato con vera soddisfazione che vi sono stati fatti dei notevoli miglioramenti. Quasi dappertutto si sono costruiti degli alpeggi più in alto per ricoverare le mandrie più vicino ai pascoli, per irrigare questi ultimi e concimarli, per renderli più produttivi.

Questi alti alpeggi sono situati ad un'altezza media di 2400 metri circa. Non vi si trova alcun arbusto, neppure il rododendro. Il combustibile vi manca. Eppure vi sono in diversi posti delle risorse che i pastori e buoni casari ignorano: sono i banchi di torba. Vado a descriverne le principali caratteristiche per poterli riconoscere.

La torba è un tipo di terreno prodotto dall'alterazione delle piante erbacee ed acquatiche. Se ne contano diverse varietà. Le principali sono: la torba compatta e limosa, una specie di terriccio solidificato dalla compressione, l'intreccio dei vegetali ed il miscuglio di materia terrosa; la fibrosa, composta da vegetali fibrosi ancora visibili e la piciforme, contenente dei piccoli rami trasformati in carbone che offrono una rottura lucente e resinosa.

Si usa la torba come combustibile: 1° al suo stato naturale , ovvero in mattoncini, delle specie di cubi tagliati con la pala ( louchet ) e seccati al sole; 2° dopo avergli fatto subire una forte compressione che riduce notevolmente il suo volume; 3° allo stato di carbone. 








fine quarto episodio      rielaborazione di Paolo MADOTTO                                  ...segue

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