giovedì 3 luglio 2014


CERVINO  2015 
Le Guide Alpine al tempo dell' Unità d'Italia

Episodio 5 di 11 



dedicato a:
  150 anni dalla conquista del Cervino



17 luglio 1865  " via italiana "

iò Cervino e gli Alpeggi
il Cervino e gli Alpeggi
foto di Silvie CHATILLARD 

Episodio 5 di 11 


Il  turismo della montagna, le Guide Alpine
al tempo dell' Unità d'Italia, dal 1861 
nella Valle Tournenche



traduzione del testo dal francese  di André e Gian Mario NAVILLOD
scansione dell'originale " bullettino C.A.I. " Mario GRISO
revisione del testo italiano  Isabella ANDRUET

il testo scritto " normale " è riferito al testo riprodotto
il testo scritto " corsivo ", le foto e link sono personali.

... segue ...



Colle del Teodulo o del Monte Cervino. Questo colle è famoso per la sua posizione e la sua altezza, per il soggiorno che vi fecero DE SAUSSURE  e DOLLPHUS AUSSET , per il numero di viaggiatori che vi transitano ed infine dal punto di vista naturalistico. E' la più interessante gita che si possa fare dal Giomein.

Horace de SAUSSURE
Horace de SAUSSURE
Daniel Dollfins-Ausset
Daniel Dollfus-Ausset














In due ore si può andare fino all'inizio del ghiacciaio che si trova in cima alla salita abbastanza ripida dei Fourneaux 3100 m ( trinceramenti dei Fornets ), dove si vede un vecchio muro con delle con delle feritoie. La traversata del ghiacciaio è facile e senza pericolo purchè vi si cammini con prudenza.

Posizione:  altezza 3332 metri, latitudine  boreale 45° 56' 33", longitudine ad Est di Parigi 5° 21' 10".

DE SAUSSURE : de SAUSSURE vi fece costruire un piccolo ricovero l' 11 agosto 1972 . Vi passò tre giorni per misurare il Monte Cervino e per esaminare le rocce circostanti. Ne fece una bella descrizione ( voyage dans les Alpes, tomo 4 pagg. 381, 425 e 426 ) :" Questo sito, dice, nel suo genere è molto bello. Tutta la parte alta del colle, spazzata dai venti, è spoglia di neve durante la bella stagione . La parte alta ha intorno a sé un grazioso terrapieno decorato da ciuffi di  Aretia Helvetica e da Ranunculus glacialis ...La parte priva di neve, tra i due ghiacciai, ha circa 250 passi di lunghezza su 50 nella sua maggior larghezza; ma subisce dei frequenti restringimenti che la riducono sovente a 8 o 10 passi di larghezza. Questa cresta fa da confine tra il Vallese e la Valle d'Aosta. Il ghiacciaio di Zermatt ed il Breithorn che ne è circondato appartengono al Vallese; ma il colle del Monte Cervino, il suo obelisco con il ghiacciaio della Valtournenche fanno parte della Valle d' Aosta e degli stati del re di Sardegna".

Segnalo questo passo perchè il sig. Dollphus-Ausset ha detto che la stazione metereologica sul colle del Teodulo è situata nel Vallese, senza darvi tuttavia una grande importanza.

Si vedono sul colle, come all'inizio del ghiacciaio, dei resti di fortificazioni le cui feritoie guardano dalla parte del Vallese.

Vi è stata infissa una croce di legno ed un'altra più piccola in ferro. Si leggono su quest'ultima le cifre iniziali: 17, H.J.P.67. 

De SAUSSURE ha lasciato a Valtournenche dei piacevoli ricordi. Avemmo, dice, per compagno per una parte del tragitto, un ricco proprietario di queste montagne, Jean Jacques MEYNET, un uomo dalla piacevolissima conversazione, che sembrava interessarsi alle nostre ricerche, e che desiderava avere un esemplare di questi voyages. (Vol.4, pagina 444, n° 2278).

Il gusto per la montagna sembra ereditario in famiglia: sono precisamente il nipote ed i figli di questo MEYNET che hanno costruito sulle macerie della capanna di de SAUSSURE , i due rifugi che vi si vedono ora. Ma ragioni di famiglia non hanno permesso ai cugini MEYNET di proseguire nell'impres, li cedettero con atto del 28 dicembre 1852 del notaio DUC e con gli atti del 1° e 11 giugno 1860 dei notai DALBARD e DUROUX a Jean Baptiste PERRUQUET , a Marc Antoine PESSION e ai suoi cugini Antoine ed altri fratelli.

I nuovi proprietari, persone agiate, vi hanno installato dei letti per i viaggiatori che vi trovano tutto quanto è necessario per passarvi alcuni giorni. Potranno persino ingrandire queste camere e costruirne altre. Non dovranno rimpingere i sacrifici che faranno a tale sopo.

DOLLPHUS AUSSET - Il sig. Dollphus Ausse, di  Mulhouse, fa da diversi anni delle serie osservazioni sulla metereologia dell Alpi con l'obbiettivo principale di raccolgliere del materiale per lo studio dei giacciai. E' venuto con alcuni amici sul colle il 21 agosto 1864 e ci è rimasto fino al 3 settembre seguente. Vi ha compiuto numerose osservazioni annotate nel tomo 6°, 2^ parte, pagine da 129 a 200.

Come de SAUSSURE, il primo esploratore delle Alpi , il sig. Dollphus Ausset ha scoperto che poteva installare su questo colle unosservatorio meteorologico, e non risparmiò nulla per l'esecuzione di questo progetto impegnativo, unico negli annali dell Alpi. Quando il patrimonio accompagna ed asseconda la scienza tutto è possibile; il genio ed il coraggio oltrepassano ogni ostacolo. 

Verso la fine del luglio 1865 il Sig. Dollphus Ausset arriva al colle. Comincia con il circondare di un grosso muro la baracca in legno per proteggerla contro la violenza della tramontana e degli altani ( venti che spirano da levante )  e contro il rigore del freddo. Vi pone un barometro, un aneroide ( barometro metallico che indica la pressione senza utilizzare un liquido )una grande quantità di termometri, eccetera. Il primo agosto le osservazioni cominciano sotto i suoi occhi. Affida la sua opera a Melchior e Jacob BLATTER , di Meyringhen, e a Jean Antoine GORRET di Valtournenche dopo aver lasciato loro una dettagliata agenda.    

Ho visitato questa camer il 27 settembre 1865, ho esaminato gli strumenti ed ho visto che le osservazioni si facevano con una precisione rigorosa. Ho rimpianto vivamente di non aver riportato il mio barometro Fortin per confrontarlo con quello del colle ma ho saputo in seguito grazie ad un Fortin del sig. Felice Giordano e di un Bunten di don P. CARREL , che il barometro  Dollphus-Ausset indicava la pressione assoluta. Il barometro veniva letto tre volte al giorno, alle 7 del  mattino, alle 13.00 e alle 9 della sera.

Le osservazioni del colle sono state pubblicate in un volume in 4° di 630 pagine ( tomo ottavo, prima parte, Materiaux pour l'etude des glaciers ) da Dollphus-Ausset. Spero che questo scienziato non me ne voglia se inserisco in queste note il seguente riassunto sulle temperature estreme e la pressione barometrica.

Risulta dalla tavola  che segue che la più bassa temperatura è stata di soli 21 gradi sotto zero e la più alta  di 15 gradi sopra lo zero.

Si vede anche che la pressione barometrica presa alle 13.00 è stata la media tra quella prea alle 7 e quella presa  alle 9 di sera.


temperature e pressioni atmosferiche 1865/1866
temperature e pressioni atmosferiche 1865/1866


Vi si osservava anche l'aneroide a quasi tutte le ore ma le sue letture non erano regolari come quelle del barometro. Questo strumento è un pò capriccioso.



barometro aneroide
barometro aneroide 

Questo tipo di barometro, inventato nel 1843 dal francee Lucien Vidi, offre un'alternativa più pratica ed economica rispetto al barometro al mercurio, ma a scapito di accuratezza e precisione. L'elemento sensibile è costituito da un cilindro appiattito in cui è stato praticato il vuoto.


Le altre osservazioni sono relative all'umidità dell'aria, allo stato del cielo, alla direzione ed alla forza del vento eccetera. E' un peccato che la forza del vento non abbia permesso agli osservatori di conoscere esattamente le quantità della neve caduta.


Il viaggiatore osserverà con interesse la camera dove queste osservazioni sono state fatte durante un anno intero, anche se non presenta ora lo stesso aspetto. Quando l'ho vista il 27 settembre 1865 era un bazar senza pari, una soffitta, una cantina, una camera da letto, una cucina, un guardaroba, una bibilioteca, un gabinetto di lettura, una sala da gioco e da compagnia, una sala d'armi ed in fine un osservatorio meteorologico. 


NUMERO DI VIAGGIATORI - Ho preso diverse informazioni per conoscere il numero dei viaggiatori e delle guide che passano ogni anno su questo colle ma le mie ricerche sono state quasi del tutto infruttuose. Si può stimare approssimativamente un transito tra le 600 e le 800 persone ogni anno.

Risulta da un registro tenuto da Jean Antoine GORRET ( padre di Abbé Amé GORRET ) che dal 1° ottobre 1865 fino al 30 agosto 1866 il numero di viaggiatori è stato di 778 persone, per la precisione: signore e signori 381, guide e portatori 284.

FLORA DEL COLLE - Non ho mai erborizzato su questo colle. Seconso il sig. Rüden, curato di Zermatt, vi si trova: Aretia glacialisArtemisia spicata Avena sibspicata,  Cerastium latifolium var. glaciale  Chrysanthemum alpinum Erigeron uniflorus  Geum reptans,Iberis Cepeaefolia ( Thlaspi) Linaria alpina Phyteuma pauciflorum o humile Ranunculus glacialis  , Ranunculus glaialis var. holicorus, Thlaspi rotundifolium, Saxifraga oppositifolia e Saxifraga striata. Il sig. Rüden pensa che DE SAUSSURE l'ha chiamata  Bryoides . E' forse la Saxifraga exarata, var. Compacta di Kock.

Non conosco il R. glacialis  var. holicornus, il Nomenclator botanicus di Steudel non ne fa menzione.

Il Sig. SCHLEICHER , che ha erborizzato sul colle qualche tempo dopo DE SAUSSURE, vi ha trovato: Aretia alpina, var. flore rubro (sarà l'Androsace glacialis di Koch ) e il Ranunculus glacialis foliis lanuginosus. Questa varietà si trova anche sul Pic-de None.

Le persone che desiderano più ampi dettagli sul Colle del Teodulo possono leggere: Materiaux pour l'étude des glaciers di Dollphus-Ausset, tomi 6° e 8°; Les voyages dans les Alpes, di DE SAUSSURE , tomo 4; Un séjour sur le col de Saint-Théodule, di Ch. Grad ( Annales des voyages de Malte-Brun ), e la lettera che avevo indirizzato al sig. Presidente del Club Alpino il 22 gennaio 1866, inserita nel 3° Bollettino, pag. 63.

FLORA DEI DINTORNI DEL BREIL - Dal Colle delBreil dovrebbero trovarsi secondo il sig. SCHLEICHER le seguenti piante: Saxifraga muscoides, Cheiranthus alpinus ( probabilmente Erysimum cheiranthus di Koch ), Saponaria lutaea, Valeriana Celtica, Saxifraga aspera e bryoides, Sempervivum globiferum, Phyteuma scheucheri All., Primula villosa, Avena versicolor, Statice armeria e Alyssum alpestre.

Il sig. John BALL segnala anche nei dintorni del Breil Silene vallesia , Trifolium saxatile, Pontentilla norvegica e P. nivea.

DE SAUSSURE fa anche menzione di una pianta molto rara che ha raccoltosulle montagne a sud del Breil, è l' Astragalus alopecuroides che si è trovato finora solo a Cogne.

Ho erborizzato quest'anno ( 1867 ) nei dintorni del Breil in compagnia di Don PESSION di Valtournenche , ma non abbiamo avuto il piacere di mettere le mani su questa pianta.

ROCCE NEI DINTORNI DEL COLLE E DEL BREIL - Sarebbe troppo lungo dettagliare i diversi tipi di rocce che si trovano sul colle e nei suoi dintorni. Rinvio il lettore al primo esploratore delle Alpi , il celebre DE SAUSSURE ( Voyages, tomo IV, PAG. 426 ). Nessuno che io sappia le ha descritte meglio di lui. Vi segnala: 1° un gneiss di un colore grigio scuro; 2° uno scisto micaceo verdastro e tenero; 3° un gneiss di colore grigio-bruno, scarsamente grossolano, con della mica; 4° un gneiss nel quale la mica verdastra avvolge dei granuli bianchi e arrotondati di feldspato eccetera. Vi ha pure segnalato un tufo molto interessante di quattro o cinque decimetri di spessore incassato tra rocce che si direbbero primitive.

Il signor DE SAUSSURE ha anche descritto un gneiss biancastro molto fine e molto duro, in strati perfettamente piani da uno a due centimetri di spessore. E' un quarzo bianco granuloso con delle piccole lamelle di mica. 

E', mi pare, la roccia che il signor Angelo SISMONDA chiama quarzite scistosa e gli abitanti di Valtournenche " pierre de gliarbi ". Se ne trovano magnifici banchi ai piedi dei Fourneaux e a sud-ovest dei Pros verso la cima del Pancherot. La si usa per coprire i tetti. Sono delle eccellenti ardesie delle quali si potrebbe fare una vantaggiosa esportazione se si avesse una buona strada, se non carrabile, almeno percorribile dalle slitte. Esse sono troppo grandi per essere trasportate a dorso di mulo.


Angelo SISMONDA geologo
Angelo SISMONDA 1807 - 1878
DE SAUSSURE, questo osservatore fuori dal comune, ha segnalato nei dintorni del Breil le seguenti rocce: gneiss aderente a degli strati di calcare; uno scisto d'un verde oliva chiaro mescolato con delle fini scaglie di mica e di orneblenda; un'ematite speculare rosso sangue, che presenta a tratti i colori dell'iris; delle dolomiedi un bianco brillante e dalla grana molto fine, che diventano fosforiche se fregate; un gneiss bianco ricoperto di un intereante tufo, è lo teo che ha trovato alla dicea dei Fourneaux e che gli abitanti di Valtournenche chiamano Gliarbi. La località a mio avvio è la cima del Valoille Longdze ( vallone lungo ) vicino ai Bèquets.

E' probabilmente in questa gita che DE SAUSSURE ha trovato l' Astragalus alopecuroides   , segnalato precedentemente.

Prima di terminare quello che avevo da dire in questa terza tappa riporto il viaggiatore al Colle del Teodulo.

In meno di un'ora e mezza dal colle si può raggiungere il Théodulhorn ( corno del Teodulo ) chiamato anche Pileur. E' una cresta che si eleva verso Nord dalla quale si gode i una bella veduta.

Si può anche andare verso Sud-Est sul Piccolo Cervino ( 3886 m) in tre ore e  sul Breithorn (4147 m) in quattro ore. Questo alto promonorio domina le pianure del Piemonte e della Lombardia.

Per poter visitare nel dettaglio i dintorni del colle occorrerebbe alloggiarvi almeno una notte o due.

PREZZI DELLE GUIDE. Per la maggior parte delle gite ordinarie che ho menzionato prima il prezzo di ogni Guida è di 6 franchi al giorno. Ma per le gite sui ghiacciai  i prezzi sono più alti. Dal Giomein al colle si paga 10 franchi. Dal colle al Théodulhorn 5 franchi. Dal colle al Breithorn 20 franchi e dal Giomein al citato Breithorn 30 franchi. Tali sono i prezzi ordinari.

Può accadere che alcune  Guide secondo le circostanze facciano queste gite a miglior prezzo. Il viaggiatore deve tuttavia riflettere sul fatto che una buona Guida non è mai pagata troppo, sopratutto se si tratta di una gita che presenta qualche difficoltà.



Miche Auguste CROZ
Michel Auguste CROZ

( Michel Auguste CROZ una delle più famose guide del tempo. Nato a Chamonix il 22 aprile 1830 e morto sul Matterhorn 14 luglio 1865.)

Il viaggiatore può trovare al Giomein delel Guide e dei muli, sempre che abbia l'accortezza di farne richiesta subito all'arrivo o, meglio, di darne preavviso all'albergo.



fine quinto  episodio      rielaborazione di Paolo MADOTTO                                  ...segue

La presente opera è soggetta a diritti riservati. L'utilizzo è libero, ma è necessario indicare le fonti .    









   





mercoledì 11 giugno 2014


CERVINO  2015 
Le Guide Alpine al tempo dell' Unità d'Italia

Episodio 4 di 11 


  150 anni dalla conquista del Cervino

17 luglio 1865  " via italiana "


Jean Antoine  CARREL  " Bersagliere "
Jean Baptiste BICH  " Bardolet "


Jean Antoine CARREL
Jean Antoine CARREL
Jean Baptiste BICH
Jean Baptiste BICH 






Il  turismo della montagna, le Guide Alpine 
al tempo dell' Unità d'Italia, dal 1861 
nella Valle Tournenche



traduzione del testo dal francese  di André e Gian Mario NAVILLOD
scansione dell'originale " bullettino C.A.I. " Mario GRISO
revisione del testo italiano  Isabella ANDRUET

il testo scritto " normale " è riferito al testo riprodotto
il testo scritto " corsivo ", le foto e link sono personali.

... segue ...

TERZA TAPPA

Breil : ( de SAUSSURE  e tutti quelli che hanno percorso questa parte delle Alpi dopo di lui hanno scritto Breuil al posto di Breil ; è un errore. Gli abitanti di Valtournenche scrivono e pronunciano Breil. La scrittura deve accordarsi con la pronuncia ).


Horace Benedict de SAUSSURE
Horace Benedict de SAUSSURE 



Arrivato in fondo al pianoro del Savarey menzionato precedentemente, il viaggiatore è finalmente di fronte al Grande Cervino nella cui maestà si perde. Per ammirare la vasta conca del Breil può passare il ponte presso gli alpeggi di Avouil, fare qualche passo indietro sull'argine destro del torrente e salire su di un piccolo promontorio sotto la foresta. Ha sotto gli occhi questi alpeggi: vede alla sua sinistra i Maberges ( Maberge ) , il Planet , Coriore dominato da un promontorio sormontato da vecchie mura ed i resti di una vecchia torre. Vede poi il Crétaz, il Giomein, Falenère, la Vieille e Museroche. Non può  scorgere Bardorey (Bardoney) né la Barma (Barmaz ) che sono nascosti dietro il bosco a Nord-Est. In basso, vicino al torrente, vede una cappella sulla destra ed un gruppo di case a sinistra: è ciò che si chiama propriamente il Breil.

Se il viaggiatore alza il suo sguardo ammira la maestosa piramide del Monte Cervino che si slancia quai perpendicolare  sopra l'alpeggio del  Mont de l'Eura. A destra  vicino alla base si vede il colle della Forca dal quale si può passare per scendere a Hoernli, nel Vallese. Si vedono poi uno dopo l'altro il Furgen-Grat, il Théodulhorn , il colle del Teodulo, il Piccolo Cervino ed i primi mammelloni del Breithorn.

Il viaggiatore deve ammettere che la conca del Breil è magnifica. Ha la forma di un vasto anfiteatro . Alpeggi , vaste praterie, foreste, vecchie torri, cappelle, torrenti, cascate, ghiacciai, rumori di valanghe, crolli di grossi pezzi di ghiaccio che precipitano dai fianchi verticali del Monte Tabel e rotolano sulle morene. Ogni cosa piace, richiama l'attenzione e soddisfa il turista che ne partecipa e sa apprezzare.

Dopo questo colpo d'occhio rapido e queste prime impressioni il viaggiatore può arrivare in venti minuti all'albergo del Giomein


Hotel du Mont Cervin al Giomein
Hotel du Mont Cervin al Giomein 


Passando al Breil il turista colto non potrà esimersi dal visitare la camera dove de SAUSSURE ha alloggiato per cinque notti nell'agosto del 1792. Questa camera il legno che ha rischiato, qualche anno fa, di cadere sotto il martello di un moderno livellatore , è ancora in piedi, e anche se questo scienziato l'ha chiamata piccola e povera camera senza letto e senza finestra di fianco ad una cucina senza camino ( Voyages dans les Alpes, tomo 4, pag 408 ), merita di essere conservata. Appartiene ora a Jean-André Herin  figlio di Jean-Baptiste di un altro Jean-Baptiste che de SAUSSURE aveva definito il suo buon ospite. Costui l'aveva accompagnato sul Piccolo Cervino (ibid, pag. 420). Ho motivo di credere che il nipote non la lascerà crollare. Suo padre, deceduto l'anno 1866 all'età di 89 anni, mi aveva detto, alcuni anni or sono, che si ricordava ancora del viso di de SAUSSURE e delle provviste di cui era fornito.

L'altezza della cappella del Breil è di 2012 m e quella del Giomein di 2114 m.

L'albergo del Giomein è in una gradevole posizione. E' esposto in pieno Sud sopra un'ampia prateria. E' un posto ideale per il botanico, per il geologo e per l'appassionato di mineralogia che volessero esplorare nel dettaglio i dintorni.

I viaggiatori non hanno tutti gli stessi gusti né lo stesso tempo a disposizione. Alcuni passano rapidamente. Pare che non abbiano altro scopo che quello di poter dire in un salotto, durante le lunghe serate invernali: " Ho visto tal posto; sono stato lì ". Ecco la loro scienza. Altri più sensati viaggiano anche per vedere,ma principalmente per imparare, come facevano il celebre de SAUSSURE e numerosi altri dotti che hanno continuato la sua opera. Costoro si fermano nei diversi luoghi che visitano e non li lasciano se non dopo aver percorso tutti i dintorni ed esaminato nel dettaglio tutte le curiosità che vi trovano.


Il viaggiatore trova al Giomein un bel sito ed un buon albergo. Le passeggiate, le gite, e le interessanti ascensioni alle cime circostanti possono occuparlo piacevolmente per almeno due settimane. Vado ad indicrne alcune, dopo aver detto due parole sull'albergo.

L'Hotel du Mont-Cervin al Giomein è pulito e confortevole non credo di sbagliare assicurando che migliorerà sempre e si svilupperà ancor di più. Il Signor Conte Christin D'Entrevés, che ne è divenuto proprietario con atto del 2 ottobre 1866 , può farne uno stabilimento che non lascerà nulla a desiderare al confronto degli alberghi di Courmayeur , di Chamonix e di Zermatt.

Questo albergo ha cambiato maitre da due anni. E' ora diretto da Geneviéve Gorret nata Vallet.

Non credo vi sia una tariffa precisa per la pensione del viaggiatore. Si pagava quest'anno ( 1867 ):

           Per la camera franchi ..................................................................................2,50
           Per il pranzo ..............................................................................da 1 a 2 franchi
           Per la cena da .................................................................................3 a 4 franchi
           Per il servizio e la candela .................................................................... 1 franco

I viaggiatori che vi soggiornavano per qualche tempo prendevano accordi con l'albergatrice.

Le guide pagano 1 franco per l'alloggio ( letto e cena ) e la colazione . Avrebbero torto a lamentarsi.  

Si dice che vi siano, non so in quale paese, degli alberghi dove le guide non pagano. Confesso ingenuamente che non vorrei alloggiare in quegli alberghi. Mi ricordo cosa disse un viaggiatore, un sempliciotto: " non so come!" Disse contando e strascicando le parole, " la mia guida mangia molto e paga poco, ed io mangio poco e pago tanto". Non aveva che da consultare il suo conto per sapere il perché.

Sono circostanze simili che verosimilmente hanno fatto aprire gli occhi ai viaggiatori: vogliono conoscere le tariffe dell'albergo prima di entrarvi.

Negli alberghi dove l'afflusso dei viaggiatori é considerevole, i maitre d'hotel fanno grandi scorte e sono sicuri di finirle. Possono così presentate delle tariffe fisse. Ma nei luoghi isolati come Valtournenche , non osano esporsi a grandi spese; fissano onestamente il conto su ciò che possono offrire.

Del resto, che  il viaggiatore si rassicuri; non è nell'albergo della Gorret, né in quello dei Pession, che gli verrà proposto un conto esoso. L'Hotel du Mont Cervin al Giomein e quello del Mont Rose a Paquier sono ora ben conosciuti . Che mi sia permesso di citare qui il giudizio che ne hanno dato due inglesi, Michael Foster Ward e Ralph W. Caldwel: al Breil abbiamo trovato l'Hotel du Mont-Cervin estremamente pulito e confortevole, il proprietario educato e cortese, i prezzi modici .. Non si può che raccomandare assai l' Hotel du Mont-Rose a Valtournenche, tenuto da uno dei Pession; anche se un pò piccolo, è molto pulito e ben tenuto, il proprietario gentile ed educatissimo, i prezzi molto bassi. Il nostro conto non è neppure arrivato a 8 franchi a testa, vitto, camera, vino, servizio, tutto compreso ( Bollettino C.A.I.  nr. 7 pag. 56 ) 


Col.Michael Foster Ward b.12.03.1826 d.13.09.1915
di Ogbourne St Andrew in Wiltshire


Ogbourne St. Andrew in Wilshire


I viaggiatori devono sapere che i prezzi sono in rapporto diretto con l'altitudine, le distanze e l'isolamento. Le principali derrate che sono consumate negli alberghi provengono dai mercati che si tengono in pianura dove si concentra la popolazione ed i trasporti costano assai a causa della grande distanza e sopratutto del cattivo stato delle strade. Così i prezzi devono essere proporzionalmente più alti al Colle del Teodulo e al Breil che a Paquier e a Chatillon , D'altra parte, gli alberghi in pianura lavorano tutto l'anno , ma in montagna , a più di duemila metri sul livello del mare , sono aperti solo tre o quattro mesi l'anno.


ESCURSIONI . Il Breil , come Paquier  e Chatillon, è il punto di partenza di diverse gite interessanti e passeggiate per ogni tipo di viaggiatore e soprattutto per coloro che vorranno soggiornarvi qualche giorno ed aspettare il bel tempo per fare l'ascensione al Monte Cervino . Vado a citarne alcune.

Motta de Plété:






Questo promontorio è situato a sud-est del Giomein, all'estremità inferiore di una lunga cresta che comincia alla Grand Cemetta, vicino al Colle Superiore delle Cime Bianche.

La si può raggiungere in due ore passando dalla Barma ( Barmaz ). Facendo qualche riparazione al sentiero i muli potrebbero arrivare fino alla cima, come ho già segnalato precedentemente.  

E' un bel sito di fronte al Monte Cervino. Sarebbe un posto adatto per costruirvi un piccolo padiglione. ( un piccolo padiglione è stato in seguito costruito sotto la vetta della Motta di Plété occidentale a  2835 metri di quota.

Cascata dei Cors:

Questa cascata è posta a qualche chilometro a Sud-Est del Giomein. La si vede molto bene dall'albergo; anche se non è molto alta ( 20 metri circa ) la sua lama d'acqua è bella ed è cosi distante dalla roccia che il viaggiatore può liberamente passeggiare tra la cascata e la parete della montagna che è molto strapiombante. Luc e Augustin Meynet , proprietari del terreno circostante mi hanno promesso di spianarlo. Potrebbero anche costruirvi un ampio salone campestre con qualche albero. I viaggiatori s'affretterebbero per venire a vederlo e per frequentarlo.

Per non tornare all'albergo dalla stessa strada,  il turista può prolungare la sua passeggiata risalendo il corso d'acqua fino alla sorgente, vedere il ghiacciaio rimodellato del Chiareglion (Cherillon ) e scendere dalla morena laterale sinistra sopra le rovine di Chateau.

Ho fatto questa gita il 25 agosto 1867. Pensavo di passare facilmente dai pascolisuperiori del Breil a quelli del Planet attraversando il ghiacciaio che scendeva circa 45 anni fa fin nei pressi dello Chateau, ma al posto del mare di ghiaccio  che vi era una volta ho trovato una valle molto profonda con due morene laterali molto elevate e molto aguzze, inclinate di almeno 60 gradi e non di 35 come sono solitamente . Ho vergogna di confessarlo, conoscevo questo ghiacciaio come il palmo della mia mano e mi ci sono letteralmente perso, quanto è vero che i ghiacciai sono diminuiti considerevolmente da allora.

 Grand' Cemetta: 

Questa graziosa cima è sulla stessa cresta della Motta di Plété, ma sorge più a levante ed è molto più alta (3230 m ). Il panorama dalla cima è vastissimo. si vedono bene il Monte Bianco, la cima di Luseney, la Dent-de-Rond, la Dent-Blanche, i Mischabels ( gruppo montuoso svizzero posto tra la valle di  Zermatt e la vlle di Saas-Fee ), il Breithorn , la Tete-Grise ( Testa Grigia ), la Roizetta e il Grand-Tournalin. Si distingue anche in lontananza il Mont-Viso ( Monviso ) e le magnifiche cime delle Alpi Graie.

Questa cima è proprio di fronte al Monte Cervino che si erge maestoso tra la Dent-Blanche ed il Rothorn ol'Ober-Gabelhorn a levante. Queste due cime appaiono sopra i colli del Leone e della orca. I viaggiatori che faranno l'ascensione della Grand' Cemetta saranno assai soddisfatti della loro gita. Dal Giomein vi si può arrivare in tre ore.

La Grand' Cemetta domina a mezzodì il Colle delle Cime Bianche  ( 2911 m ) attraverso il quale si passa per andare da Valtournenche ad Ayas. Essa domina infine gli immensi ghiacciai che si estendono ai piedi del Breithorn da questo colle fino a quello del Teodulo.

E' un passaggio molto frequentato dai viaggiatori che si recano da Ayas e da  Gressoney in Vallese attraverso i ghiacciai del Teodulo.

Fu ad un solo chilometro da questo colle perì in un profondo crepaccio Francois-Léon Welf, sindaco di Gressoney-la-Trinité, il 2 settembre 1852, alle 8 di sera. Tutto quanto si fece allora per trarlo dall'abisso fu inutile. Il ghiacciaio custodì la sua vittima.

Il 24 agosto 1867 Jean-Pierre Fosson, proprietario dell'Hotel de Fiéres , conduceva dei viaggiatori in Vallese. Vide un punto nero insolito sul ghiacciaio, sentì l'urgenza di andare a vedere cosa fosse. Riconobbe subito i resti mortali dello sfortunato. 

Nicolas Bieler che l'accompagnava il 2 settembre 1852, i suoi figli, la moglie di Welf ed i numerosi amici lo hanno perfettamente riconosciuto dalla barba e dall'abito. Sono stati trovati anche il suo cannocchiale, il suo orologio, la sua borsa, il suo ombrello e la lanterna che aveva in mano quando scomparve. Sua moglie ha anche riconosciuto un paio di calze che gli aveva messo in tasca il giorno dell partenza.

Mi sono procurato alcuni dettagli sulle circostanze relative alla caduta ed al suo ritrovamento con l'intenzione di trarne degli inegnamenti geologici. Ma non ho raccolto nulla di soddifacente.  La Feuille d'Annonces d'Aoste il 30 settembre 1852, n° 18, aveva pubblicato un articolo dell' Eco della Baltea Dora, riprodotto anche dalla Gazzetta Piemontese del 18 dello stesso mese. Vi si legge tra le altre cose che sedici uomini portati sul posto dal Barone PECCO aveva cercato nel crepaccio fino alla profondità di 224 metri!? Alcune guide di Valtournenche che conoscono perfettamente il ghiacciaio mi assicurano che ciò è impossibile. Non può esserci una tale profondità, eccetera.

Credevo che si fossero trovati i resti di Welf sulla morena frontale ma Pierre FOSSON, al quale mi ero rivolto per avere delle informazioni più precise, mi ha detto che erano sul ghiacciaio stesso , circa 20 metri a valle del luogo dove era caduto, presso un promontorio , sul ghiaccio, tra due piccoli crepacci che si stringevano, 700 metri a monte della morena frontale. La parte del corpo che era ancora all'interno del ghiaccio aveva conservato le carni, ma le parti esposte agli agenti atmosferici erano scarnificate e ridotte allo scheletro. In qualche giorno questo cadavere ha subito un grande cambiamento. Quando lo si è toccato, le ossa si sono disarticolate; erano coperte da una specie di grasso giallastro, sopratutto nelle scarpe.

Tali sono le informazioni che ho potuto procurarmi. Ci si sarebbe dovuti trovare sul luogo stesso al momento della scoperta per poterne trarre qualche insegnamento.

Per perpetuare il ricordo di questa morte accidentale e tragica, propongo di chiamare questo mare di ghiaccio che si stende a Nord del Colle Superiore delle Cime Bianche fino alla bae dei mammelloni inferiori del Breithorn, Ghiacciaio Welf. Sarà una lezione di prudenza per i viaggiatori che passeranno di là.

Cima del Pancherot : E' la stessa cima di cui ho già scritto precedentemente, ma dal Giomein vi si può arrivare facilmente in tre ore, seguendo una leggera salita, paando per gli alti pascoli del Créton, di Lévenére ( Eve Nère ), del Greuglion ( Le Grillon ), della Seuriola, e dal Colle del Dza.

Colle dell Forca: Questo passaggio è situato presso il Monte Cervino sul lato di levante. Vi si arriva facilmente da una morena frontale, da un piccolo ghiacciaio ed un nevaio. Vi si gode d'una magnifica vista verso Nord, Vi si può salire in tre ore.

Chateau des Dames:  Da Paquier occorrono quasi sei ore per questa ascensione, ma dal Giomein vi si può arrivare in cinque ore passando da Vofréde. Si attraversa il ghiacciaio ad una certa altezza e si termina l'ascensione tenendosi a sinistra trai il ghiacciaio e la cresta del Mont du Créton.

Laghi della Barma e Cime Bianche : Una delle più interessanti gite che si possano fare dal Giomein è quella che ha fatto de SAUSSURE il 16 agosto 1972 ( Voyages dans les Alpes, tomo 4 , pagina 445 ).

Si passa dagli alpeggi della Barma, del Goillet, dai laghi situati verso Nord-Est e si sale senza troppa fatica e senza pericolo fino a quando si arriva al colle situato tra la Grand' Cemetta ed i mammelloni ai piedi dei ghiacciai che scendono dal Breithorn e dal Piccolo Cervino.

Si può in seguito scendere nella Valle d' Ayas fino all'albergo di Jean-Pierre FOSSON, a Fières, e poi tornare per l'altro colle delle Cime Bianche che si trova a Sud della Grand' Cemetta.

Questa passeggiata è interessante per diverse ragioni. De SAUSSURE vi ha raccolto delle sageniti cristallizzate e della Delfinite grigia, la Petrocallis pyrenaica e l'Aretia vitaliana, per non menzionare altre piante.

L'etimologia di Cime Bianche deeriva verosimilmente dl colore della roccia che compone la cresta delle montagne che separa gli alti pascoli di Valtournenche e di Ayas della Roizetta fino alla Grand' Cemetta; sono delle masse enormi di calcare piùo meno bianco;

Ghiacciaio del Mont-Tabel e del Monte Cervino: Dallo Chateau des  Dames fino al Monte Cervino, vi è una  lunga catena di montagne composte da rocce primitive, secondo alcuni geologi. Questa cresta è molto accidentta. La Dent d'Erin o de Rond ( Dent d'Herens ) ne occupa quasi il centro.


  A Nord di questa vi è un vasto circo il cui centro è un grande ghiacciaio che scarica continuamente i suoi seracchi verso il fondovalle, è il ghiacciaio del Mont-Tabel. E' interessante guardare ed esaminare bene le rocce che traporta. La gente del posto pensa che queste rocce contengano l'oro. Chi ha provato a sfruttarle non è diventato per nulla ricco.

Dopo aver visto questi detriti il viaggiatore potrebbe in seguito dirigersi verso Nord fino ai piedi del Monte Cervino, dove trova un altro piccolo ghiacciaio e ritornare infine all'albergo dal sentiero dell'alpeggio del Mont de l'Eura;

Dent de Rond o d'Erin ( Dent d'Herens ): fino ad ora si è salito questo magnifico Dente dalla parte di Bionaz. Alcune guide di Valtournenche pensano che sia anche accessibile dalla parte di Valtournenche da un canalone e da una cresta rocciosa in cima al Mont de Guin. E' una gita da tentare ed il primo viaggiatore che farà questa acenione ne proverà sicuramente una viva soddisfazione.

Dent d'Herens
Les Dent d'Herens


Prima di procedere oltre, mi si permetta una corta disgressione. Hi dei notevoli miglioramentio percorso quest'anno la maggior parte degli alpeggi di Valtournenche che conoscevo da oltre 50 anni. Ho constatato con vera soddisfazione che vi sono stati fatti dei notevoli miglioramenti. Quasi dappertutto si sono costruiti degli alpeggi più in alto per ricoverare le mandrie più vicino ai pascoli, per irrigare questi ultimi e concimarli, per renderli più produttivi.

Questi alti alpeggi sono situati ad un'altezza media di 2400 metri circa. Non vi si trova alcun arbusto, neppure il rododendro. Il combustibile vi manca. Eppure vi sono in diversi posti delle risorse che i pastori e buoni casari ignorano: sono i banchi di torba. Vado a descriverne le principali caratteristiche per poterli riconoscere.

La torba è un tipo di terreno prodotto dall'alterazione delle piante erbacee ed acquatiche. Se ne contano diverse varietà. Le principali sono: la torba compatta e limosa, una specie di terriccio solidificato dalla compressione, l'intreccio dei vegetali ed il miscuglio di materia terrosa; la fibrosa, composta da vegetali fibrosi ancora visibili e la piciforme, contenente dei piccoli rami trasformati in carbone che offrono una rottura lucente e resinosa.

Si usa la torba come combustibile: 1° al suo stato naturale , ovvero in mattoncini, delle specie di cubi tagliati con la pala ( louchet ) e seccati al sole; 2° dopo avergli fatto subire una forte compressione che riduce notevolmente il suo volume; 3° allo stato di carbone. 








fine quarto episodio      rielaborazione di Paolo MADOTTO                                  ...segue

La presente opera è soggetta a diritti riservati. L'utilizzo è libero, ma è necessario indicare le fonti     







giovedì 29 maggio 2014


CERVINO 2015
Le Guide Alpine al tempo dell' Unità d'Italia

Episodio 3 di 11


  150 anni dalla conquista del Cervino

17 luglio 1865  " via italiana "

Jean Antoine  CARREL  " Bersagliere "
Jean Baptiste BICH  " Bardolet "





Cervino 





Episodio 3 di 11 


Il  turismo della montagna, le Guide Alpine 
al tempo dell' Unità d'Italia, dal 1861 
nella Valle Tournenche



traduzione del testo dal francese  di André e Gian Mario NAVILLOD
scansione dell'originale " bullettino C.A.I. " Mario GRISO
revisione del testo italiano  Isabella ANDRUET

il testo scritto " normale " è riferito al testo riprodotto
il testo scritto " corsivo ", le foto e link sono personali.


... segue 


SECONDA TAPPA - Valtournenche

Il villaggio capoluogo si chiama Paquier . Vi è stata istituita la parrocchia nel 1420 ma il campanile è stato innalzato solo nel 1670. La chiesa è stata ricostruita da circa 10 anni . (1850) . Merita una visita

Valtournenche chiesa e campanile
Valtournenche - chiesa 1420 e campanile 1760
Il viaggiatore può soggiornare  all' Hotel du Mont-Rose, pochi passi a Nord del campanile. Tenuto dai fratelli Nicolas e Gregorien PESSION .


Valtournenche ex Hotel Mont Rose


Questo modesto albergo non presenta il lusso, il comfort e neppure il brio dei magnifici alberghi svizzeri. Vi si trova tuttavia abbondantemente il necessario, la pulizia, l'onestà ed il buon cuore e ne si esce sempre soddisfatti.

Ho chiesto a questi fratelli se avevano un listino prezzi. Mi hanno risposto che non è facile adottare un listino fisso, perché non sempre sono sufficientemente approvvigionati. Fissano sobriamente il conto tenendo conto di ciò che possono offrire. 

Per osservare bene Valtournenche il viaggiatore potrebbe andare nel luogo dove il panorama che accompagna questa tappa è stato disegnato.  Si trova ad un piccolo chilometro a levante, in una foresta al di là del villaggio di Créta in un luogo chiamato Bérè .



Valtournenche 1868


Si vede in primo piano il già citato villaggio di Créta.  La grande casa vicino alla cappella appartiene in parte a Jean-Antoine CARREL, guida del Monte Cervino. Si vedono poi la chiesa ed il campanile. Le case a sinistra costituiscono il villaggio  di Paquier , e quelle a destra sparse su un pendio, il villaggio di Chalo ( Chaloz ).

Si vedono in secondo piano i villaggi di Crépin e di Singlin-Dessous . La seconda casa bianca a destra del campanile appartiene ai fratelli Maquignaz, anch'essi guide del Monte Cervino. Si vedono a ponente le case in legno degli abitanti di Crépin, e sull'altro versante il Monte di Singlin ai cui piedi, dietro la foresta, si trova il Gouffre des Busserailles ( di cui vi racconterò  in altro post ). 

In fondo, in terzo piano, si vedono gli alti pascoli degli alpeggi d'Aouil e del Layet chiamati Bayettes. Le catene  merlate a sinistra sono i monti di Guin. Viene in seguito l'alta cima della Dent-de-Rond o Dent-d'Erin sui fianchi della quale poggia il ghiacciaio del Mont-Tabel.

Paquier è il punto di partenza per numerose ed interessanti gite la maggior parte delle quali può essere fatta a dorso di mulo per 10 franchi al giorno.

Per la sola guida si pagano 6 franchi.

GITE.

1° Chateau-des-Dames 
Lo Chateau-des-Dames è situato a Norddel Mont-Ross (Mont Rous). L'ascensione è molto facile da Tsrgnana e Fontanella a Sud-Ovest. Occorrono per questa gita quasi 6 ore, di cui 4 si possono fare a dorso di mulo passando per Creuse e la Barmasse. Il viaggiatore a piedi può abbreviarla passando per Gliortère ( Liortère ) ed il colle di Dza ( Finestra di Cignana ).

Dopo aver ammirato il panorama offerto da questo sito,  il viaggiatore potrebbe, con l'aiuto di una buona guida, scendere da Vofrède a Nord-Est ed andare a dormire al Giomen. Per questa gita il prezzo della guida va dagli 8 ai 10 franchi.


Hotel Giomein
Hotel Giomein - Breuil Cervinia

 2° Grand Tornalin ( Grand Tournalin ) (3400 m ) . Questo picco slanciato e piramidale è situato a Nord-Est di Paquier. Si passa da Cheneil (2067 m.) . Il mulo può salire fino ai pascoli superiori dell'Aran, e in meno di due ore dai pascoli si può raggiungere la vetta. Si ha una magnifica vista sulla valle d'Ayas, sui mammelloni del Breithorn, del Lyskamm e del Monte-Rosa. Occorrono circa 5 ore per salirvi. Edward Whymper accompagnato da Jean-Antoine CARREL ha fatto questa ascensione il 7 agosto 1863.



Jean Antoine CARREL
Jean Antoine CARREL
Edward WHYNPER
Edward WHYMPER













3° Roizetta .  Questo promontorio  è posto al Nord-Ovest del Tournalin dal quale non è molto distante. L'accesso è più facile e la distanza un pò più corta. La vista è molto bella sopratutto verso Nord.

4° Pancherot .  Questa cima è situata a ponente  di Paquier, a Nord-Est degli alpeggi di Tsegnana. I muli vi salgono in 3 ore. Dalla vetta si vede la valle di Valtournenche in dettaglio. Si è di fronte al Monte Cervino che si vede sin dalla sua base.

5° Motta-de-Plété .  E' un magnifico promontorio di 2866 metri di altezza, posto a Nord in cima ai pascoli di Cleva-Greusa ( Cleyva-Groussa ) e della Manda. Vi si arriva facilmente in 4 ore. Con qualche sistemazione al sentiero i muli potrebbero salire fino alla cima. E' veramente una bella passeggiata per le signore.

Le guide che posseggono dei muli potrebbero, con poca spesa, costruire un facile sentiero sul lato Nord-Ovest per poter andare a pernottare all' Hotel du Giomein. La discesa si farebbe in due ore passando per il Gollet e la Barma, oppure scendendo da Versec ( Verser) e Champlong.

6° da Paquier . Da Paquier si potrebbe anche fare un breve passeggiata fino al lago di Lo (Loz) ad un'ora di cammino verso Nord.

Dal capoluogo si può andare a Bionaz dal colle di Valcornére in un giorno. Per questa gita il prezzo della guida è di 10 franchi.

Vi sono diverse strade per recarsi nella valle d'Ayas. Per andare al capoluogo  si potrebbe  scegliere il colle di Portola (2436 m ),a Nord della cima di Gerbion (2744 m), passando a dorso di mulo da Chamois e La-Magdaleine. Senza mulo si può passare dappertutto visto che la cresta che separa la valle di Valtournenche da quella di Ayas non è molto alta.

Vi sono del resto diversi passaggi assai frequentati, quello del Tantaré, quello del Pelonet, quelli di Nana e del Tournalin.

Il miglior sentiero per i muli è quello del colle delle Cime Bianche a Nord-Ovest  passando  per gli alpeggi d' Euilla e gli alti pascoli di Cleva-Greusa. L'altezza di questo colle è di 2911 metri. Occorrono quasi 4 ore per andare da Paquier a tale colle. In 2 ore si può arrivare all' Hotel de Fières ( Les Fièry ) tra i due alpeggi dell'Aventina e di Saint-Jacques d'Ayas. Il Colle delle Cime Bianche è a posto a mezzogiorno della Grand' Cemetta.

Dove aver soggiorno più o meno a lungo a Paquier per visitare i dintorni, il viaggiatore potrà continuare la sua gita verso il Monte Cervino.

BUSSERAILLES.  Partendo da Paquier si attraversa il torrente al Cré du Pont passando sulla riva destra, si attraversano i villaggio di Crépin e di Proz  e in un'oretta si arriva al Gouffre-des-Busserailles  ( 1642 m ) , situato 2 chilometri a Nord.

Questo abisso fenomenale soddisfa ogni interesse.

Il botanico trova all'entrata la Gentiana vernalis, acaulis, lo Gnaphalium leontopodium, la Primula auricula, gli Aconitum napellus, Aconitum-paniculatum e lyconctonum, la candida Paradisia liliastrum, e per non citare altre piante la Gymnadenia canopsea, questa graziosa orchidacea dal soave profumo.

L'amante del paesaggio può tirar fuori il suo taccuino e tentare uno schizzo. Ma è sopratutto il Geologo che vi fa un'eccellente scoperta. Esaminando le grotte e le marmitte dei giganti di questo abisso, può cercarne con comodo le cause, mettere alla prova tutte le teorie, calcolare e valutare il numero di secoli che la natura ha impiegato per scavare tali meraviglie.

L'abisso è chiuso da una porta chiusa a chiave. E' una misura dettata dalla prudenza. Ma il viaggiatore vi troverà un guardiano il quale, pagando una mancia di mezzo franco o di un franco, si metterà a sua disposizione .

Questa tariffa è ridotta quando diverse persone della stessa famiglia si presentano insieme.

Anche se le passerelle e i ponti interni sono solidi, è tuttavia prudente camminare sempre con grande circospezione all'interno dell'abisso.

Sarebbe troppo impegnativo dettagliare tutto ciò che si vede ed esprimere tutto ciò che si prova in questo meraviglioso labirinto. Rimando il lettore alla lettera del 1° febbraio 1866 (da pag. 79 ) che è stata pubblicata nel 3° Bullettino del Club Alpino di Torino, e in seconda edizione corretta ed aumentata stampata da Lyboz ad Aosta. 

L'interno di questo abisso fu esplorato la prima volta il 19 ed il 24 novembre 1865 dai fratelli MQUIGNAZ e da Jean Antoine CARREL.

La lunghezza totale di questo abisso è di 104 metri. L'altezza di 35 e la larghezza medi di 4 metri circa. 

Ciò che maggiormente colpisce è la grande cascata che precipita da un'altezza di 16 m con gran fracasso in una vasta marmitta; 



abisso delle Busserailles
abisso delle Busserailles


è il gran numero di grotte laterali all'interno e le marmitte che si vedono all'entrata l'una vicino all'altra.

Il guardiano ha fatto costruire una cameretta nelle vicinanze dell'abisso. Tiene anche qualcosa da bere per chi glielo chiede. Si può prendere la consumazione nella grande Grotta dei Giganti che servirà da salone. Vi si troverà, come ho segnalato nella lettera del primo febbraio 1866, vi si troverà , dico, per poltrona, delle rocce concoidi; per parquet, delle rocce lisciate dalla sabbia; per decorazione , la volta naturale; per orizzonte, delle pareti verticali consumate da migliaia di secoli; per concerto : il frastuono sordo del torrente schiumante, delle cascate e infine per lampadario un doppio arcobaleno che si forma in certe ore del giorno nelle goccioline d'acqua che circolano all'interno.

La roccia delle Busserailles e dintorni è del serpentino con qualche vena di un altro minerale. La superficie non appare ugualmente compatta dappertutto. Si vedono delle vene e dei noduli più friabili. Questa particolarità può servire a spiegare il gran numero di marmitte scavate che si osservano nei pressi.  

Dopo aver visitato l'abisso il turista può continuare il suo viaggio. Arriva prima al pianoro di Pesonthé o  Pesontzé , che De Saussure aveva trovato così romantico. La sua forma circolare, il torrente, qualche albero, alpeggi ed una cappella affacciata su di un precipizio ne fanno veramente un sito pittoresco.


Horace Sebastien de SAUSSURE


 Nel vernacolo in Patois della Valtournenche " pezon " significa " acqua "  e "thé" significa    "cadere ".  Così  Pezonthé : acqua che cade .


Il viaggiatore passa davanti a questa cappella ( 1838 m ). (Nostra Signora della Guardia). Se ha buoni occhi o un buon cannocchiale può leggere le seguenti due iscrizioni incise su due pietre di talco ollare inserite nel muro:

Cristiano che desiderate del cielo la salvaguardia
Salutate passando Nostra Signora della Guardia.

Fece fare quest'opera Don Gabriel Goyet presbitero di Issime e curato della Valtournenche 1679.
( Nel 1934 essa fu demolita per far posto alla strada del Breuil, per poi essere ricostruita poco distante dal luogo precedente.)

Secondo la tradizione popolare questo oratorio sarebbe stato costruito da un ufficiale valdostano ai tempi della guerra contro il Vallese. ( fine della guerra 1475 vittoria del vescovo di Sion sul duca di Savoia ) .

A qualche passo dalla cappella si trova una stretta gola chiamata  Croix-de-fer (croce di ferro) . La roccia è magnificamente lisciata e striata, prova certa dello sfregamento di un antico ghiacciaio che in età glaciale ha coperto tutta la valle fino a Chatillon .

Il viaggiatore ha sulla sinistra un abisso molto profondo. Avanzando sul bordo della strada può vedere il torrente che vi precipita in cascata. Questo abisso si chiama Busserailles-Dessus ( Buserailles di sopra ) . Le pareti di roccia presentano quasi le stesse caratteristiche di quelle delle Busserailes-Dessous ( Busserailles di sotto ) , ma l'abisso è più largo.




sentiero che porta al Breil ( foto Adelaide ROSSET )



Dopo questa pittoresca gola si trova la Pérère. La valle si apre: si vede nuovamente il Monte Cervino, si comincia a scorgere alcuni alpeggi. La vegetazione cambia e la pendenza della strada è più dolce. Si passa dietro la Montée du Lac ( salita del lago ), quanto rimane di un'antica morena, si arriva vicino ad Avouil nel pianoro di Savarey , quasi sempre sommerso dagli straripamenti del torrente. Il viaggiatore a piedi è obbligato tenersi bene a destra per non bagnarsi. 

Si potrebbe facilmente, a mio avviso, evitare questo grave inconveniente costruendo un buon muro d'un metro d'altezza; servirebbe da diga e da strada.

Da Paquier fino al Breil il viaggiatore appassionato di botanica può raccogliere sulle due rive del torrente le seguenti piante: Pulmonaria Azurea,  Adoxa moschatellina , Paris quadrifoliaConvallaria majalisMaianthemum bifolium; Convallaria verticillata; Polygala chamaebuxusLilium bulbiferumAsphodelus albusOrchis ustulatadentaria digitataLaserpitium latifoliumBulbocodium vernumArtemisiaErica tetralixsaponariaGentiana purpureaLilium martagonRanunculus aconitifoliusazalea procumbenspedicularis versicolorSaxifraga rotundifoliasenecio abrotanifolius

Perché non dovrei aggiungere anche Mandragora inserita in una nota dell'erbario del Valentino a Torino? cito testualmente:

 Mandragora mas, trovata dall'amico J.-Mathieu Gonthier a Valtornenche, alla distanza di più o meno un'ora oltre la chiesa , sul versante di levante, in un prato tra un sentiero che divide il bosco dal prato!

Lascio al viaggiatore appassionato di botanica l'incarico di continuare questa affascinante nomenclatura percorrendo a piacere la vasta conca del Breil ed i suoi dintorni.

Dalle Busserailles la natura delle rocce cambia.  Il geologo osserva alla sua sinistra il Mont-Créton, più a Nord, lo Chateau-des-Dames coronato da uno spesso strato di calcare bianco, il Mont-de-Guin ( Becca di Guin ) ed il Monte Tabel dei quali la natura rocciosa non è ancora stata determinata.   

  
citazione  di Jean Antoine CARREL ( il bersagliere ):

Je suis le berger
j'aime mes montagnes,                                          
le village et mon amie.



Jean Antoine CARREL
Jean Antoine CARREL 

fine terzo episodio         rielaborazione di Paolo MADOTTO                                           ... segue 

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