CERVINO 2015
Le Guide Alpine al tempo dell' Unità d'Italia
Episodio 2 di 11
2015 150 anni conquista del Cervino
17 luglio 1865 " via italiana "
Jean Antoine CARREL - Jean Baptiste BICH
Il turismo della montagna, le Guide Alpine
al tempo dell' Unità d'Italia, dal 1861
nella Valle Tournenche
traduzione del testo dal francese di André e Gian Mario NAVILLOD
scansione dell'originale " bullettino C.A.I. " Mario GRISO
revisione del testo italiano Isabella ANDRUET
il testo scritto " normale " è riferito al testo riprodotto
il testo scritto " corsivo ", le foto e link sono personali.
Tutti coloro che desideravano andare alla scoperta di bellezze naturali nella Valle Tournenche potevano contare sulle GUIDE . Le più importanti avevano come compagno di fatica il MULO .
Gli appassionati della montagna potevano contare , durante le loro gite, di due punti di sosta e ristoro.
A Valtorunenche " Albergo Mont Rose " (Paquier) e al Breil Hotel du Mont Cervin (Giomein) .
... segue
I viaggiatori hanno quasi tutti degli interessi particolari.
Il geologo indirizza la sua attenzione sulla direzione della valle, sulla disposizione delle masse rocciose che la circondano, sui tipi di terreno sovrapposti, sull'inclinazione e la direzione degli strati.
L'appassionato di mineralogia esamina la qualità e la natura delle pietre che trova sulla sua strada.
L'appassionato di botanica raccoglie le piante che vede a lato della strada per stabilirne la specie, seccarle e inserirle nel suo erbario.
Chi ama il paesaggio infine ammira tutto: i vecchi tronchi d'albero, le rocce strapiombanti e le vecchie case in rovina. Non riesce a stancarsi di guardare le cascate schiumanti, i laghi blu e profondi, i ghiacciai sospesi ai fianchi delle montagne e le cime elevate.Tira fuori il suo taccuino e con mano abile vi schizza le meraviglie che lo hanno colpito in particolare.
Ebbene, la valle di Valtournenche da Châtillon fino al Monte CERVINO può soddisfare i gusti di ogni viaggiatore. Mi dispiace che i limiti angusti di queste note non mi permettano di entrare nei dettagli. Mi contenterò di citare qualche particolarità.
Il geologo vi trova una serie di rocce molto interessanti, i micacisti, gli gneiss, gli steascisti, i serpentini, l'eufotide, eccetera.
Il serpentino si trova in primis all'entrata della valle a Chatillon. In cima alle Rovines il viaggiatore si trova su tale roccia. Proseguendo nella valle questa si trasforma poco a poco in Oficalce penetrando in un calcare nettuniano. L'oficalce si nasconde in seguito sotto uno scisto mica-calcareo.
Il viaggiatore può dire infine addio alla ridente conca di Châtillon, si gira verso Nord e cammina su di una strada accidentata quasi orizzontale, tracciata in mezzo a rocce di serpentino, a vecchi alberi, fino al limitare dei prati di Chessin. Ha di fronte a sé a destra su di un alto promontorio il pianoro del villaggio di Promiot ( Promiod )e sull'altro lato della valle una bella collina in mezzo alla quale vede il campanile e la chiesa di Torgnon , in latino Tornacus o Tornacum, è posto in pieno Sud all'altezza di 1476 m. Vi si arriva da Coille e dal colle di San Pantaleone situato a ponente. Dal colle Fenetre situato a Nord-Ovest, ai piedi del Méabé, si può andare a Saint-Barthélemy.
Per distrarsi in questo monotono tragitto il botanico può raccogliere il Thymus vulgaris e l'Alyssum argenteum che crescono soprattutto sul serpentino, La Cephalanthera rubra, questa meravigliosa orchidacea della quale il portamento ed il bel colore della corolla mi ricordano il chepì dei lancieri polacchi, e l'Anemone hepatica.
Si trovano anche l'Orchis militaris, l'Orobanche salvie e il Gableobdolon luteum. Se il viaggiatore avesse seguito il sentiero di Cez-de-Vò, avrebbe potuto raccogliere l'Adianthum capillus veneris, l'Anemone hepatica, la Paris quadrifolia, il Cynanchum vincetoxicum, la Convalleria polygonatum, eccetera.
Dalla cima delle Rovines fino al fondo dei prati di Chessin, il viaggiatore ha percorso un dislivello di soli 40 metri. Si trova in un vicolo cieco in mezzo ai castagni ed ai noci.
Al centro di questi prati la strada si biforca. Prendendo a sinistra si salirebbe a Torgnon per la salita di Coille. La strada a destra conduce ad Antey e a Valtournenche seguendo il torrente.
Da Chessin fino a Grands Moulins il sentiero è in pessimo stato. Non ci si può impedire di denunciare la negligenza degli amministratori di Antey. Qualche corvée ben condotta e ben diretta sarebbe sufficiente per farne una strada passabile, almeno fino a quando non venga tracciata e costruita una buona strada. La differenza di quota tra la base di Chessin e i Grandes Moulins è di 256 metri, la distanza di tre chilometri circa, ne risulterebbe una strada con una pendenza media dell' 8,50 per cento.
Ma questa strada, promessa da molti anni, si fa ancora aspettare, in certi punti si ha per via solo un sentiero di tre quattro decimetri di larghezza , aggiungere a ciò due veri ponti da capre , ed avrete un'idea di questo brutto rompicollo.
Per distrarsi cammin facendo l'appassionato di mineralogia può esaminare e raccogliere dei campioni di oficalce ed arrivando ai Grand-Moulins troverà degli starti di calcare bianco separati da scisti micacei e delle rocce di talco verde incrostate di Feldspato bianco vetroso.
Dopo questa stretta e lunga gola il viaggiatore può infine riposare un attimo e respirare tranquillamente. E' un peccato che non via sia ai Grands-Moulins almeno un posto per rinfrescarsi.
Il viaggiatore vede alla sua destra su di un promontorio il campanile e la chiesa di Antey-Saint-André ( 1079 m ),
Tutti coloro che desideravano andare alla scoperta di bellezze naturali nella Valle Tournenche potevano contare sulle GUIDE . Le più importanti avevano come compagno di fatica il MULO .
Mulo |
A Valtorunenche " Albergo Mont Rose " (Paquier) e al Breil Hotel du Mont Cervin (Giomein) .
... segue
I viaggiatori hanno quasi tutti degli interessi particolari.
Il geologo indirizza la sua attenzione sulla direzione della valle, sulla disposizione delle masse rocciose che la circondano, sui tipi di terreno sovrapposti, sull'inclinazione e la direzione degli strati.
L'appassionato di mineralogia esamina la qualità e la natura delle pietre che trova sulla sua strada.
L'appassionato di botanica raccoglie le piante che vede a lato della strada per stabilirne la specie, seccarle e inserirle nel suo erbario.
pagina di erbario |
erbario |
Chi ama il paesaggio infine ammira tutto: i vecchi tronchi d'albero, le rocce strapiombanti e le vecchie case in rovina. Non riesce a stancarsi di guardare le cascate schiumanti, i laghi blu e profondi, i ghiacciai sospesi ai fianchi delle montagne e le cime elevate.Tira fuori il suo taccuino e con mano abile vi schizza le meraviglie che lo hanno colpito in particolare.
Ebbene, la valle di Valtournenche da Châtillon fino al Monte CERVINO può soddisfare i gusti di ogni viaggiatore. Mi dispiace che i limiti angusti di queste note non mi permettano di entrare nei dettagli. Mi contenterò di citare qualche particolarità.
Il geologo vi trova una serie di rocce molto interessanti, i micacisti, gli gneiss, gli steascisti, i serpentini, l'eufotide, eccetera.
Il serpentino si trova in primis all'entrata della valle a Chatillon. In cima alle Rovines il viaggiatore si trova su tale roccia. Proseguendo nella valle questa si trasforma poco a poco in Oficalce penetrando in un calcare nettuniano. L'oficalce si nasconde in seguito sotto uno scisto mica-calcareo.
Il viaggiatore può dire infine addio alla ridente conca di Châtillon, si gira verso Nord e cammina su di una strada accidentata quasi orizzontale, tracciata in mezzo a rocce di serpentino, a vecchi alberi, fino al limitare dei prati di Chessin. Ha di fronte a sé a destra su di un alto promontorio il pianoro del villaggio di Promiot ( Promiod )e sull'altro lato della valle una bella collina in mezzo alla quale vede il campanile e la chiesa di Torgnon , in latino Tornacus o Tornacum, è posto in pieno Sud all'altezza di 1476 m. Vi si arriva da Coille e dal colle di San Pantaleone situato a ponente. Dal colle Fenetre situato a Nord-Ovest, ai piedi del Méabé, si può andare a Saint-Barthélemy.
Per distrarsi in questo monotono tragitto il botanico può raccogliere il Thymus vulgaris e l'Alyssum argenteum che crescono soprattutto sul serpentino, La Cephalanthera rubra, questa meravigliosa orchidacea della quale il portamento ed il bel colore della corolla mi ricordano il chepì dei lancieri polacchi, e l'Anemone hepatica.
Si trovano anche l'Orchis militaris, l'Orobanche salvie e il Gableobdolon luteum. Se il viaggiatore avesse seguito il sentiero di Cez-de-Vò, avrebbe potuto raccogliere l'Adianthum capillus veneris, l'Anemone hepatica, la Paris quadrifolia, il Cynanchum vincetoxicum, la Convalleria polygonatum, eccetera.
Dalla cima delle Rovines fino al fondo dei prati di Chessin, il viaggiatore ha percorso un dislivello di soli 40 metri. Si trova in un vicolo cieco in mezzo ai castagni ed ai noci.
Al centro di questi prati la strada si biforca. Prendendo a sinistra si salirebbe a Torgnon per la salita di Coille. La strada a destra conduce ad Antey e a Valtournenche seguendo il torrente.
Da Chessin fino a Grands Moulins il sentiero è in pessimo stato. Non ci si può impedire di denunciare la negligenza degli amministratori di Antey. Qualche corvée ben condotta e ben diretta sarebbe sufficiente per farne una strada passabile, almeno fino a quando non venga tracciata e costruita una buona strada. La differenza di quota tra la base di Chessin e i Grandes Moulins è di 256 metri, la distanza di tre chilometri circa, ne risulterebbe una strada con una pendenza media dell' 8,50 per cento.
Ma questa strada, promessa da molti anni, si fa ancora aspettare, in certi punti si ha per via solo un sentiero di tre quattro decimetri di larghezza , aggiungere a ciò due veri ponti da capre , ed avrete un'idea di questo brutto rompicollo.
Per distrarsi cammin facendo l'appassionato di mineralogia può esaminare e raccogliere dei campioni di oficalce ed arrivando ai Grand-Moulins troverà degli starti di calcare bianco separati da scisti micacei e delle rocce di talco verde incrostate di Feldspato bianco vetroso.
Dopo questa stretta e lunga gola il viaggiatore può infine riposare un attimo e respirare tranquillamente. E' un peccato che non via sia ai Grands-Moulins almeno un posto per rinfrescarsi.
Il viaggiatore vede alla sua destra su di un promontorio il campanile e la chiesa di Antey-Saint-André ( 1079 m ),
chiesa e campanile Antey |
e in lontananza la cima del Tantare ( Tantané ) , che limita a Nord-Est la vasta e graziosa conca di La-Magdeleine di cui non può vedere la chiesa costruita solamente nel 1786, alla quota di 1653 m.
resti delle capanne di un villaggio dei Salassi; nei cordoni morenici del Monte Tantané |
Vede alla sua sinistra i resti di un antico ruscello che rendeva fertili i versanti aridi di Saint-Denis e di Verrayes. Sono dei tratti di muro e degli archi sospesi ai fianchi perpendicolari della montagna.
Ma ciò che suscita l'ammirazione è l'incomparabile MONTE CERVINO che si erge come una torre in cima alla valle.
Non ci si sazia di osservarlo .
CERVINO visto da Antey |
Dai Grands-Moulins , la cui altezza è di 1031 m, fino al villaggio di Chezò (Chesod ) la valle è quasi orizzontale. Su di una lunghezza di quattro chilometri e mezzo, vi sono solo 134 metri di dislivello. Così la pendenza non è che del 3 percento.
Prima di arrivare a Fierna ( Fiernaz ), si vede sulla destra a Nord-Est la punta del campanile della chiesa di Chamois costruita ad una quota di 1823 metri. Chamois è verosimilmente il comune più elevato della Valle d'Aosta.
Chamois 1823 m |
Sopra Fierna si trovano le stesse rocce stratificate; esse presentano tuttavia dei progressivi cambiamenti fino a Chezò, dove il serpentino si trova abbondante.
Si scorge tra il serpentino e l' Eclogite ( roccia composta da granati e diallage verde ) degli spessi strati di una quarzite lamellata a facce coperte da scaglie di mica e di un quarzo micacico granulare zeppo di granati. Queste rocce stratificate si osservano fino ai piedi del MONTE CERVINO.
Il torrente che scende da Chamois forma una graziosa cascata, ma si è troppo lontani per poterne apprezzare tutta la bellezza.
FOTO CASCATA !!!! a breve ...
Il botanico non trova da Fierna in poi di che arricchire il suo erbario; può tuttavia raccogliere qualche orchis , tulipa sylvestris , pulmonaria azurea e la magnifica nepeta nepetella .
Da Chesò -Dessous ( 1175 m) fino alla cappella di Ussin ( 1307 m), la differenza di quota è di 132 metri, ma poiché la distanza non è che di 1400 m , la pendenza media della strada non supera il 9,40 per cento.
cappella di Ussin |
particolare affresco cappella Ussin |
Il viaggiatore non ha bisogno di fermarsi davanti a questa cappella per vedere in dettaglio i miserabili affreschi con i quali un imbrattatore ha sporcato la facciata e dei quali il buon senso popolare ha già fatto scomparire una parte. Può però leggere le quattro parole latine scritte sulla porta: Pax intrantibus, salus exeuntibus. Pace a quelli che entrano e salute a quelli che escono. Si, pace e felicità a quelli che arrivano e salute e buon viaggio a quelle che partono. Tali sono gli auguri dei semplici abitanti di Valtournenche.
Dalla cappella di Ussin alla chiesa di Valtournenche la differenza di quota è di 235 metri e la distanza di 3250 metri. Così per una strada diretta la pendenza non sarebbe che dek 7,20 per cento. Questa pendenza sarebbe più ridotta se la strada seguisse le sinuosità del terreno sul lato destro o su quello sinistro del torrente.
Qualche passo oltre la cappella di Ussin il viaggiatore vede una vasta conca a forma di ferro di cavallo della quale si trova nella parte inferiore. La chiesa e il campanile sono al centro e numerosi villaggi si irraggiano dappertutto sui fertili versanti circostanti .
( attualmente nella parte inferiore si trova il lago di Maen , bacino idroelettrico. Originariamente passava un tratto del torrente Marmore ) .
Si vedono in alto a destra le cime d'Aran e della Roizetta ( Roisetta ) ...
FOTO a breve
... a sinistra la Becca de Pancherot e il monte Gorbeglion ( Gorbeillon ) , e nel mezzo il Monte Cervino che sembra appoggiato sulla Motta de Plété.
Per due chilometri la strada è quasi orizzontale fino a Bardolet ( 1350 m ).
A metà del pianoro il viaggiatore comincia a sentire un gran rumore del quale non capisce l'origine, ma prima di arrivare a Moulin vede quattro magnifiche cascate alla sua sinistra; è il torrente di Tsegnana che fa scorrere le sue acque schiumanti sui pendii gradinati della montagna da un'altezza di 200 metri e più.
Il viaggiatore passa presso i villaggi di Maïn (Maen) e del Bardolet , e dopo una salita ripida e impegnativa di 192 metri, passa nei pressi del villaggio di Monta (Montaz) , e lasciando quello di Créta (Crétaz) sulla destra, arriva infine alla chiesa, a 1542 m, dopo quattro ore di marcia impegnativa da Châtillon.
Siamo arrivati con la fantasia e la descrizione del canonico Georges CARREL a Valtournenche
Siamo arrivati con la fantasia e la descrizione del canonico Georges CARREL a Valtournenche
fine secondo episodio rielaborazione di Paolo MADOTTO ... segue
La presente opera è soggetta a diritti riservati . L'utilizzo è libero , ma è necessario indicare le fonti .
Nessun commento:
Posta un commento